Quando il mare acquisisce dritti
Negli ultimi decenni l’umanità ha commesso innumerevoli crimini, comparabili se non peggiori dell’omicidio. Solo che la vittima non è un altro uomo ma l’ambiente stesso.
Abbiamo continuato per anni a distruggere, deturpare, inquinare, rovinare…ma come può la natura difendersi se noi consideriamo la giustizia solo con parametri umani?
Soprattutto nella società occidentale i diritti dell’uomo vengono messi al primo posto. In cima alla piramide morale sta, irremovibile, il nostro diritto alla vita.
Noi abbiamo il diritto di esistere e di non essere uccisi, ma chi ha dato a noi il diritto di uccidere una foresta, un fiume, il mare?
E poi ecco spuntare in mezzo alle notizie di cronaca, di guerra, di gossip, il titolo di giornale che stavamo aspettando: “Onda su Onda, il mare sotto tutela” titola il Gazzettino, “Anche un’onda, per la prima volta al mondo, ora ha i suoi diritti” scrive la Repubblica.
Siamo in Brasile dove, per la prima volta, è stata assegnata personalità giuridica alle onde del mare.
Il comune di Linhares (stato di Espirito Santo, Brasile) ha recentemente approvato la proposta di legge del consigliere comunale Antônio Cesar. La legislazione riconosce i diritti legali dei flutti marini presentando l’oceano alla pari di un essere vivente. Le onde devono quindi essere protette e potranno essere rappresentate in tribunale se venissero danneggiate o inquinate. Il fiume che si getta nel mare di Linhares ha diritto a mantenere inalterate le sue proprietà chimiche e le sue condizioni ecologiche. Il testo, inoltre, mette sotto tutele anche le realtà culturali e le aree turistiche di quel tratto di costa, sottolineando come sia fondamentale instaurare legami pacifici e di simbiosi tra natura e umanità.
La storia di Linhares e del suo mare nasce anni fa, lontani dalla costa. Più precisamente in seguito ad un disastro ambientale avvenuto nel 2015 a Mariana, dove sorge una miniera di ferro. La diga di decantazione dei fanghi vicino a quest’ultima cedette e diverse tonnellate di acque reflue tossiche si riversarono nel fiume Doce e poi nel mare. Questo non solo causò la morte di molte specie viventi nell’ecosistema ma addirittura alla scomparsa delle onde trasformando il tratto di oceano più vicino alle spiagge in un enorme palude.
Ma il caso di Linhares non è il primo, e speriamo nemmeno l’ultimo, in fatto di riconoscere diritti a entità naturali.
Nel 2008 nella costituzione dell’Equador entrano i diritti degli elementi naturali. Nel 2018 una parte del Rio delle Amazzoni viene definito “entità avente diritti e beneficiaria di protezione, tutela, manutenzione e ripristino”. Anche in Nuova Zelanda e in Bolivia vengono assegnati diritti agli ecosistemi così come ai fiumi del Bangladesh e a quelli Gange e Yamuna in India.
Dal 2019 nell’ Ohio (USA), grazie al “Lake Erie Bill of Rights”, i cittadini possono far ricorso al tribunale a favore del lago Erie.
Questi provvedimenti segnano un importante svolta nella battaglia ecologista.
La storia umana è segnata da battaglie volte ad acquisire nuovi diritti, a difendere con le unghie e con i denti quelli già ottenuti, a rivendicare quelli persi. Forse è arrivato il momento di lottare anche per quelli della natura.
Fonti
Riconoscere i diritti della Natura, un’idea che si sta facendo strada (thegoodintown.it)
Immagine di copertina : “Law books on a shelf.” by umjanedoan is licensed under CC BY 2.0.