Squali
Nell’immaginario collettivo pochi sono gli animali che incutono più timore degli squali, la nostra concezione di quest’ultimi è condizionata da storie e film che li ritraggono come sanguinose bestie mangia uomini. Molti sanno che in verità gli squali non si cibano di esseri umani e che, quando lo fanno, è perché scambiano il soggetto per uno dei pesci di cui è composta la loro dieta; non di meno queste figure spesso ci terrorizzano.
Ma se, nella realtà, noi fossimo molto più pericolosi per gli squali che viceversa?
Infatti, solo nel Mediterraneo, sono 43 le specie di squalo minacciate.
Negli ultimi 50 anni il loro numero e quello delle razze oceaniche è diminuito del 70%: tre specie su quattro sono a rischio estinzione.
Si stima che di media gli attacchi da parte degli squali siano circa un centinaio, di cui solo 10 con conseguenze gravi o fatali. D’altro canto il numero globale di esemplari ucciso ogni anno da attività umane si aggira intorno ai 100 mila, con l’aggiunta delle vittime della pesca illegale che non vengono denunciate.
Chi sono gli squali?
Si trovano nella famiglia dei condroitti, infatti il loro scheletro non è osseo bensì è costituito da cartilagine; il fegato contiene un olio chiamato squalene che gli permette di galleggiare.
La loro forma affusolata è aereodinamica e li rende ottimi nuotatori, capaci di spostarsi velocemente e senza sprecare energie, questo fattore è essenziale per la respirazione di molte razze in quanto questi animali prendono l’ossigeno attraverso le branchie (che possono essere 5 o 7) ma alcuni non hanno la capacità di pompare acqua attraverso di esse e sono quindi costretti a nuotare in continuazione.
(Come dormono gli squali?: Il sonno degli squali – Il giornale dei marinai )
Gli occhi si trovano ai lati della testa e nelle specie che abitano più in profondità possono raggiungere grandi dimensioni, in altre invece sono a fessura come nei felini, i bulbi oculari sono ricoperti da una membrana che li protegge dal liquido circostante e gli permette di vedere meglio.
Per orientarsi utilizzano le scosse elettromagnetiche grazie a dei recettori che hanno sul muso, queste permettono loro di navigare riconoscendo la propria posizione, rispetto a quella del campo magnetico terrestre e di localizzare le prede anche sotto la sabbia.
Possiedono un sistema conosciuto come linea laterale composto da una serie di cellule sensoriali disposte lungo i fianchi che gli permettono di percepire ogni minimo movimento dell’acqua, inoltre sono dotati di uno speciale organo di senso detto “ ampolla di Lorenzini ” che sente il campo elettromagnetico proveniente dalle prede e li aiuta a cacciarle.
2/3 del loro cervello è focalizzato sull’olfatto, sono infatti capaci di percepire una parte per milione di sangue presente nell’acqua.
Ogni specie di squalo ha una bocca diversa in base alla sua alimentazione, non tutti infatti sono carnivori ma esistono specie che, come lo squalo balena, si nutrono di plancton.
I loro denti sono triangolari e taglienti, disposte in diverse file e con forme e dimensioni diverse in base alla funzione e alla preda cacciata; cambiano di frequente e ricrescono molto in fretta (un tempo che in base all’individuo può variare da qualche mese a qualche settimana)
Esistono diversi esemplari di squalo; il più lungo è lo squalo balena che può misurare 19 metri e il cui habitat sono i mari tropicali.
A seconda della specie anche il modo di riprodursi cambia, pur nascendo tutti dalle uova queste possono essere direttamente deposte in acqua in attesa della schiusura o aprirsi all’interno della madre e nascere subito dopo oppure continuare a crescere per un certo periodo all’interno di essa.
Squali: Animali a rischio.
Più del 50 % delle specie di squalo presenti nel Mediterraneo e un quarto di tutte le specie al mondo rischia di estinguersi. Il bycatch o pesca accidentale è una delle principali minacce per la sopravvivenza degli squali: il 10-15 % degli animali marini catturati dagli ami dei palangari è costituito da squali.
–Squalo | Animali in via di estinzione e specie a rischio | WWF Italia
La principale causa della progressiva scomparsa degli squali è la pesca, in particolare:
-La pesca accidentale (bycatch)
-La pesca illegale per la loro carne considerata pregiata
-La ricerca delle loro pinne (shark finning/ spinnamento)
Gli squali sono molto ricercati e anche se apparentemente in Italia la loro carne sembra poco utilizzata la penisola è uno dei principali consumatori di squalo. Questo infatti non gira solo nei mercati asiatici ma lo ritroviamo in grandi quantità in tutta Europa, soprattutto in Italia.
Spesso ci viene venduta la loro carne senza che ne siamo a conoscenza, causando frode alimentare che può essere:
-Per aumentare i profitti vendendola come carne proveniente da pesci pregiati
-venduta illegalmente nel mercato nero
-Non correttamente identificata e quindi presentata con nome errato.
l’Italia, con un consumo annuo di 10.000 tonnellate, è il primo paese consumatore al mondo, e il terzo per importazione dopo Brasile e Spagna. Sono squali quelli che compriamo al supermercato con il nome di palombo, verdesca, spinarolo o gattuccio o che troviamo nei mercati rionali come cagnolo, vitello di mare, cagneto, missola, per citarne alcuni. Spesso quello che viene commercializzato come pesce spada è in realtà carne di squalo.
Il commercio delle pinne di squalo è un’attività considerata molto pregiata e che, soprattutto nei paesi asiatici, ha grandi richieste.
Uno dei piatti tipici della tradizione cinese è una zuppa fatta appunto da questa merce
La costante crescita dell’economia cinese sta producendo un considerevole aumento nella domanda di pinne di squalo, mentre l’importanza di questo predatore nell’ecosistema marino rende la continuazione di questa pratica ancora più grave.
–Zuppa di pinne di squalo – Wikiwand
Per procurarsi le pinne di squalo si accorre alla pratica del shark finning, chiamato anche spinnamento.
Allo squalo vengono tagliate le pinne quando è ancora in vita e poi rigettato in mare per far posto nel peschereccio. L’animale, così mutilato, va incontro a una morte atroce, per dissanguamento e annegamento.
Per anni Shark Alliance, un gruppo di organizzazioni internazionali fra le quali Marevivo, ha fatto pressione sulle istituzioni europee per un rafforzamento della legislazione sul prelievo delle pinne di squalo a bordo dei pescherecci europei, ottenendo nel 2013 che entrasse in vigore il regolamento “Fins Naturally Attached”, che prevede che le pinne dello squalo debbano rimanere naturalmente attaccate alla carcassa quando la nave viene scaricata nel porto, e solo successivamente potranno essere separate dall’animale ed esportate all’estero. Il regolamento vieta dunque senza eccezioni lo stoccaggio, il trasbordo e lo sbarco di tutte le pinne di squalo nelle acque e su tutte le navi dell’UE.
Nonostante i provvedimenti la pratica non si ferma e, legalmente, nell’ UE vengono esportate ogni anno 3500 tonnellate di pinne per un valore di 52 milioni di euro.
Un gruppo di persone ha quindi indetto una petizione per far in modo che il decreto si estenda anche sull’esportazione.
La distruzione del suo habitat è un altro dei fattori che grava su questo animale.
Il sistema marino è uno dei più compromessi dal cambiamento climatico e dalle attività umane.
In pochi decenni il mare sta cambiando, l’ecosistema muta, le acque si riscaldano, gli organismi migrano, le correnti si spostano, le acque si acidificano, molti organismi muoiono, vengono gettate in mare quintalate di rifiuti e dispersi litri di olio e petrolio….
Negli squali mediterranei sono state riscontrate elevate concentrazioni di metalli pesanti, ciò insieme alla contaminazione degli habitat produce un impatto dannoso sulla salute e il ciclo riproduttivo degli squali.
– Squalo | Animali in via di estinzione e specie a rischio | WWF Italia
Lo squalo è davvero così terribile? Non è forse una specie da salvare?
Forse non si riuscirà a cambiare l’opinione pubblica su questi bellissimi quanto temibili esseri ma una cosa è certa: non possiamo permetterci la loro scomparsa.
Ogni animale ha un ruolo nell’equilibrio degli ecosistemi, dal più piccolo microbo ai grandi predatori, se ci fosse una carenza di squali si instaurerebbe un disequilibrio che produrrebbe distruzione per effetto catena.
Per esempio, se essi si estinguessero le specie da loro cacciate, non avendo più predatori, si riprodurrebbero senza controllo e mangerebbero tutti gli organismi che fanno parte della loro dieta trovandosi infine senza cibo e morendo a loro volta.
Il problema degli squali viene spesso ignorato, la nostra disinformazione è una delle principali cause dei disastri che stanno avvenendo sul pianeta Terra.
Gli squali sono solo uno dei minuscoli granelli di sabbia del nostro ecosistema, un ecosistema che noi stiamo andando a distruggere.
Immagine di copertina : “REQUINS EN VUE” by marsupilami92 is licensed under CC BY 2.0.
Fonti
Squalo | Animali in via di estinzione e specie a rischio | WWF Italia